MUSEI ARTE E CULTURA DI MARSALA

Un Viaggio lungo secoli

ARTE

CULTURA

STORIA

I MUSEI DI MARSALA

Tutto quello che non dovreste perdervi di Marsala

MUSEO ARCHEOLOGICO BAGLIO ANSELMI

( Lungomare Boeo ):
ospitato all’interno del vecchio stabilimento vinicolo di Carlalberto Anselmi, progettato da Basile, il museo custodisce il relitto della una nave punica recuperata fra il 1971 e il 1974 al largo dell’Isola Lunga.

E’ probabilmente una liburna , l’unica mai ritrovata, veloce nave da guerra lunga 35 m , che si suppone sia stata affondata alla fine della Prima Guerra Punica, nella battaglia delle Egadi del 241 a. C.

Grazie a questo ritrovamento è stato possibile conoscere la tecnica che i Fenici usavano per la costruzione delle loro imbarcazioni.
Incredibile è la lega con cui venivano fabbricati i chiodi che tenevano insieme le assi: dopo più di 2000 anni in mare non presentano traccia di ossidazione.

Il museo raccoglie inoltre significativi reperti che raccontano la storia di Marsala e delle zone limitrofe dalla preistoria al Medioevo. Particolarmente interessanti le vetrine dedicate a Mozia ed alcuni gioielli d’età ellenistica finemente lavorati.

ALTRI MUSEI

MUSEO CIVICO

( all’interno del Complesso S. Pietro ):
consta di 3 sezioni – archeologica – rinascimentale e garibaldina – tradizioni popolari. In quest’ultima sono conservati gli abiti della tradizionale processione del Giovedì Santo durante la quale, ogni anno, si ripercorrono i momenti più salienti della passione di Cristo.

Orari d’apertura:
09.00  13.00 / 16.00 20.00 tutti i giorni escluso il lunedì
Ingresso: 2 euro / riduzione per studenti 1 euro – Tel: 0923 718741

MUSEO DEGLI ARAZZI

( via Garraffa):
particolarmente degna di nota per la vivacità di colori e la ricchezza compositiva, la collezione consta di otto grandi arazzi fiamminghi del ‘500 raffiguranti momenti della guerra di Tito contro i Giudei. E’ stata donata alla chiesa Madre da Mons. Antonio Lombardo che, a sua volta, l’aveva ricevuta in dono dalla corte di Spagna.

Orari d’apertura:
09.00 – 13.00 / 16.00 – 18.00 dal martedì al sabato
09.00 -13.00 la domenica
Ingresso: 1,50 euro – Tel: 0923 712903

MUSEO DELLA TRADIZIONE CONTADINA:

raccontano i riti, le tradizioni e i mestieri di un’antica civiltà.

•  Museo Mirabile

•  Cantine Montalto www.enomuseum.com/museo.html

•  Baglio Biesina: al Km 11 sulla via Salemi. Per informazioni 0923 953433

Prendi Nota:

  • Orari di Apertura Museo Baglio Anselmi: 09-13,30

  • Da Martedì a Sabato 09-19,30

  • Chiusura Lunedì

  • Orari di Apertura Area Archeologica  Domenica e Festivi 09-12,30

  • Orari di Apertura Area Archeologica da Martedì a Sabato 09-18,30

Area Archeologica di Marsala:

La visita all’area archeologica parte dal Museo Baglio Anselmi e consente, passeggiando su sentieri attrezzati, di poter ammirare alcuni ritrovamenti frutto degli scavi che, a più riprese, si sono susseguiti negli decenni.

Innanzitutto la famosa insula romana, portata alla luce nel 1939, un grande edificio con ambienti spaziosi con pavimenti a mosaico, un impianto termale e i relativi servizi.

Recentemente è stato invece scoperto l’imponente decumano maximus, che rappresenta senza dubbio il rinvenimento più eccezionale della città antica. Orientato in direzione E-W, era interdetto ai carri e terminava verso il mare con una grande scalinata. Lungo l’asse viario riscoperto è visibile un’iscrizione pubblica relativa al magistrato che contribuì alla realizzazione del grande asse viario che, per inciso, è esattamente in linea con la via XI Maggio, in città. Da notare l’eccellente sistema di canalizzazione delle acque piovane.

Interessanti sono, tra le altre, due sepolture rinvenute sul decumano maximus, tombe a cassa congiunte da una parete in comune, ove sono riportate delle scritte in greco di colore rosse precedute e seguite dal simbolo della croce, oltre ad una grande croce sotto ogni scritta. Le tombe sono databili a cavallo del VI e VII secolo e sono importanti per il rituale che le scritte descrivono, quasi un vero esorcismo per benedire le anime dei due morti.

La visita al Parco archeologico di Marsala è ben assistita dalle guide presenti nel Museo Baglio Anselmi, da dove, come detto, parte il percorso.

La visita all’area del solo Decumano Massimo è possibile con ingresso gratuito da Porta Nuova secondo i seguenti orari:
– tutti i giorni: 9.00-13.00 (ultimo ingresso ore 12.30);
– da martedì a domenica, compresi festivi: 15.00-18,30 (ultimo ingresso ore 18.00).

LA NAVE PUNICA

LE SUGGESTIONI DEL PASSATO

Il relitto della nave punica di Marsala custodito nel Museo Archeologico Baglio Anselmi di Marsala è al 2007 l’unico esemplare di nave punica esistente.

Per quanto riguarda la fabbricazione di navi, i punici erano famosi in tutto il mar Mediterraneo per l’abilità e la velocità con cui le costruivano. Questi infatti usavano una tecnica molto particolare che consisteva nel costruire pezzi singoli di nave, dei “prefabbricati”, che venivano segnati con lettere e segni particolari, creando una sorta di puzzle, che permetteva in modo semplice e veloce il riassemblaggio in un oggetto unico[2].

Il ritrovamento

Nel 1969 durante i lavori di scavo da parte di una draga vennero scoperti dei vasi antichi e altri reperti nella zona di Punta Scario, al largo dell’Isola Grande, presso l’imboccatura nord della laguna dello Stagnone. Nel 1971 il movimento di un banco di sabbia fece emergere la poppa della nave a pochi metri sotto il livello del mare, nei pressi del canale artificiale punico (“fretum intraboream”) che oggi è andato perduto. Lo scavo iniziò immediatamente, affidato all’archeologa Honor Frost. Il recupero della nave è avvenuto tra gli anni 1971 e 1974

Terminati gli scavi, i legni della nave vennero conservati in acqua dolce e successivamente montati e conservati in questo baglio, adibito per l’occasione a museo. Della nave punica di Marsala, purtroppo, si conservano solo alcune parti, che vengono comunque ammirate da molti studiosi e turisti di tutto il mondo.

I materiali trovati a bordo

Al momento della scoperta furono trovati, tra i resti dello scafo, anche altri oggetti che facevano comunque parte dell’imbarcazione o che appartenevano ai membri dell’equipaggio:

  • sassi usati per zavorra che, con molta probabilità, provenivano dalle coste laziali;
  • ossa di animali tagliate a pezzi;
  • noccioli d’oliva e gusci di noce (forse la nave affondò in un periodo autunnale o invernale, data l’assenza di resti di frutta fresca);
  • foglie di cannabis sativa (forse utilizzata per alleviare le fatiche dei marinai);
  • scopa in sparto (fibra vegetale utilizzata ancora oggi per fare i panieri);
  • corde “piombate”, ossia intrecciate e rinforzate grazie a uno strumento in legno terminante a punta e che ancora oggi viene utilizzato (la caviglia);
  • boccali, piatti, ciotole, un mortaio, tappi di sughero;
  • un pugnale.

Questi, e altri reperti, sono stati analizzati con il carbonio 14 e concordano nel datare la nave alla metà del III secolo a.C.

LA NAVE ROMANA

LA NUOVA NAVE ROMANA AL MUSEO ARCHEOLOGICO

Inaugurato al Museo archeologico regionale Lilibeo di Marsala l’allestimento espositivo della «Nave oneraria tardo-romana» rinvenuta nel 1999 di fronte il lido di Marausa, al confine tra Marsala e Trapani e recuperata nel 2008 con le numerose anfore africane cilindriche che aveva a bordo. La cerimonia è stata dedicata all’assessore siciliano Sebastiano Tusa scomparso nel disastro aereo dell’Ethiopian Airlines, artefice di questa realizzazione, frutto della sua tenacia e di anni di lavoro. La qualità del restauro della nave oneraria tardo-romana, rinvenuta nel 1999 nei bassi fondali del lido di Marausa, costituisce un unicum che pone all’avanguardia la raffinata operazione voluta e diretta da Sebastiano Tusa. Il sito di ritrovamento, posto tra Marsala e Trapani allo sbocco del fiume Birgi, costituiva nell’antichità un approdo strategico sia dal punto di vista militare sia commerciale come dimostra il carico di anfore africane e il materiale di bordo rinvenuto. La proficua collaborazione tra la Soprintendenza del Mare e il Polo regionale di Trapani e Marsala, di cui il Museo Lilibeo fa parte, consentirà, secondo il Direttore del Polo Luigi Biondo, la nascita del Museo navale più importante della Sicilia ed uno dei più rilevanti del Mediterraneo in quanto, in un percorso espositivo profondamente rinnovato nel 2017, comprende la Nave punica, quella tardoromana di Marausa ed i relitti medioevali di lido Signorino (Marsala). Proprio come voleva Tusa.

COSA SAPERE SU MOZIA

Chiese e Palazzi dai punici al Barocco

Convento del Carmine

Nell’angolo occidentale della città di Marsala, nel quartiere dell’Annunziata, i Carmelitani costruirono la chiesa ed il convento. L’area prescelta corrisponde alla piazza denominata del Carmine (dove si trova anche il barocco palazzo Grignani) che è in realtà uno slargo pressoché rettangolare che amplia notevolmente una strada dell’antico tracciato urbanistico di Lilibeo.

Il Campanile e il Convento, all’interno il Chiostro

Non si hanno notizie certe in merito all’arrivo in Marsala dei frati dell’ordine carmelitano. Da più parti si asserisce che essi giunsero in Sicilia abbastanza precocemente al seguito della regina Adelasia del Vasto, andata in sposa nel 1113 del re Baldovino I di Gerusalemme e rientrata l’anno successivo, portando con sé alcuni frati dell’ordine. Alla fine del XIII secolo, i frati erano certamente in Sicilia occidentale, dove sembra siano giunti nel 1224 e dove a partire dal 1315 realizzarono la chiesa e il loro convento fuori le mura, divenuto polo di attrazione e meta di pellegrinaggi in onore della Madonna detta di Trapani, opera di Nino Pisano del XIV secolo. A Marsala non resta alcuna traccia della chiesa e del monastero carmelitano, dove i frati si insediarono al loro arrivo. Le poche notizie sull’ordine vengono riportate dagli storici, ma essi concordano solo su una data piuttosto dubbia, quale il 1154/1155 o il 1200 circa. Il complesso carmelitano che è giunto fino a noi è composto da tre parti significative: la chiesa, il convento e la torre campanaria.

Il convento della chiesa dell’Annunziata

Il convento, è uno dei monumenti di maggior rilievo. Gli elementi più antichi del convento risalgono al tre-quattrocento. La presenza di affreschi, di difficile identificazione, data l’estrema frammentarietà e precarietà del ritrovamento, getta tuttavia nuova luce sulla presenza di decori artistici negli ambienti religiosi, in specie conventuali, della città di Marsala. Innanzitutto, la qualità artistica abbastanza alta denota la presenza di una scuola pittorica marsalese la cui produzione di opere ad affresco con temi religiosi risale al XII secolo almeno, escludendo, solo per prudenza, una continuità con il periodo tardo antico.In considerazione del fatto che tali affreschi potrebbero scendere fino ai secoli XV-XVI inoltrati, la scoperta dimostra che anche a Marsala perdura uno stile ben noto in Sicilia Orientale, molto presente anche nel complesso (oggi completamente abbandonato) della chiesa della Madonna della Grotta, correntemente definito “Bizantino”. Stile quasi introvabile in altri centri della Sicilia Occidentale. Gli affreschi adornano gli ingrottati e le chiese fin dal Medioevo e che si attarda fino alle soglie del Rinascimento. Ciò dimostra che tale tradizione culturale e al contempo religiosa era molto diffusa nell’ambiente cittadino, ancora nel pieno Rinascimento, come nel caso della chiesa della Cava, e questa consapevolezza permetterà in futuro di guardare positivamente e con più attenzione ai restauri degli edifici medievali della città, che relativamente a questo periodo storico attende ancora di essere rilevata.

1862 il convento venne acquisito al demanio e divenne proprietà dell’Intendenza di Finanza che, tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del secolo XIX, lo concesse all’Arma dei Carabinieri a cavallo. Dopo la guerra, i Carabinieri lasciarono il convento e così il monumento cominciò a patire il dramma dell’abbandono che produsse un crollo parziale del complesso, seguito dall’abbattimento del piano superiore per tutelare la pubblica incolumità. Ciò trasformò il convento in una selva boschiva densa di macerie vecchie e nuove.

I lavori di restauro degli anni novanta, riaprendo gli intercolumni hanno ripristinato l’ariosità del chiostro; al suo interno sono conservati alcuni frammenti ed una intera colonna ritrovati nei reinterri della corte porticata. Quasi al centro, la traccia di un pozzo e di una vasca mostrano i segni di ambienti sotterranei dall’uso incerto, che si auspica in futuro possano essere indagati. Essi, data la tradizione dell’architettura lilibetana, caratterizzata da ambienti cultuali ipogeici di origine paleocristiana o da ambienti utilitaristici, quali cisterne o possibilmente da cripte di età imperiale non del tutto peregrini in tale zona della città, potrebbero essere forieri di nuove ed interessanti scoperte.

Complesso del Carmine

Oggi, il convento del Carmine è sede dell’Ente Mostra di Pittura Contemporanea Città di Marsala, e recentemente ha ospitato le opere del pittore milanese Fabrizio Clerici, e vengono realizzate mostre temporanee. Al suo interno è esposta anche la collezione permanente. Inoltre è anche Sede di Rappresentanza del Comune di Marsala, e al suo interno è ubicata la sala di rappresentanza dove oggi vengono celebrati i matrimoni a rito civile. La Chiesa fino a qualche tempo fa era sede dell’archivio storico della città, oggi trasferito presso la biblioteca comunale. Al suo posto verrà trasferita la Pro loco. Il campanile ancora oggi appartiene alla Curia (Diocesi di Mazara del Vallo), attualmente e chiuso ma a breve sarà possibile visitarlo.